La fiducia è la base di tutto quello che facciamo in quanto persone civilizzate. Pensate a quando siamo disposti a scambiare i soldi del nostro stipendio con beni e servizi, a quando ci impegniamo in una relazione con un’altra persona o quando votiamo qualcuno che rappresenti i nostri interessi: la fiducia che riponiamo nell’altro è il motivo per cui siamo disposti a fare tutto ciò. L’importanza di questo fattore predilige anche nella realtà più circoscritta del lavoro, è fondamentale infatti, per il funzionamento di qualsiasi relazione lavorativa, ed in particolare è uno degli aspetti essenziali del capitale di cui un leader dispone. Il lavoro del leader è quello di creare le condizioni perché le persone esplichino pienamente le loro capacità e la loro energia. Questo vale non solo quando il leader è fisicamente presente ma quando non c’è, e persino quando è uscito definitivamente dal team. Frencis Frei e Anne Morris la definiscono la leadership che dà forza, più si costruisce fiducia, più sarà possibile esercitare questo tipo di leadership.

In questo momento storico, dove le distanze sono diventate strumento di tutela personale, è importante dunque riflettere su quanto ora più che mai sia necessaria questa condizione di fiducia.

 

LE LEVE FONDAMENTALI DELLA FIDUCIA

Questo capitale fondamentale per la leadership può essere costruito, secondo l’esperienza degli autori, 3 sono le leve di fondo per la fiducia: Empatia; Logica; Autenticità. Si riceve fiducia dagli altri quando le persone sentono che vi importa di loro (Empatia), quando si fidano nel vostro giudizio e della vostra competenza (Logica), e quando pensano di interagire con il vostro vero io (Autenticità). Nel momento in cui la fiducia verso noi viene meno o non fa reali progressi, di solito è perché una delle sue tre basi si è incrinata in noi stessi, si crea quella che viene definita la “falla nel sistema fiducia”. Per diventare un leader bisogna individuare il proprio punto debole nel riuscire a guadagnarsi la fiducia altrui.

 

SUPERARE LE PROPRIO CARENZE

Molte sono le strategie che si possono mettere in campo per rimediare alle falle nel proprio sistema di fiducia. Di seguito verranno riportate alcune delle più efficaci per ogni leva di tale sistema.

L’empatia rappresenta il punto più delicato per la maggior parte dei leader ad alta prestazione. Se le persone che il leader vuole rafforzare percepiscono che a lui importa più di sé stesso che degli altri, questi non si fideranno abbastanza per farsi guidare. La carenza di empatia è diffusa tra i soggetti analitici portati all’apprendimento, che rischiano spesso di essere impazienti nei confronti di chi ci mette magari di più a capire le cose. Per non parlare degli strumenti e il tipo di esperienza che caratterizzano il luogo di lavoro moderno, tecnologie che si contendono la nostra attenzione, distraendo o addirittura impedendo di dimostrare empatia agli altri. Ciò che può essere consigliato a chi è carente di empatia, è di prestare maggiore attenzione al proprio comportamento nei contesti di gruppo, in particolare quando sono gli altri ad avere la parola. Basti pensare a ciò che accade durante una riunione: all’inizio la maggior parte delle persone sono molto coinvolte. Chi però ha nell’empatia il suo punto debole, una volta compresi i concetti in discussione e forniti i propri contributi, comincia a perdere interesse, guarda il cellullare, ostenta espressioni di noia, insomma, qualsiasi cosa renda chiaro che quella riunione non è degna di lui/ lei. La soluzione a questo problema è quella di concentrarsi non tanto su quello che serve a voi, ma sul fatto che gli altri ottengano ciò di cui hanno realmente bisogno, è necessario quindi farsi radicalmente carico degli altri. Condividere il compito di portare avanti la discussione, anche se non si è tra gli organizzatori, cercare gli esempi più significativi che rendano chiari i concetti e rimanere partecipi finchè tutti gli altri non abbiano capito. È quasi impossibile fare questo mentre si mandano messaggi o si controlla la posta, per cui mettete via i vostri dispositivi!

Se le persone non hanno fiducia nei giudizi del proprio leader, perché dovrebbero volerlo al timone? Quando il problema è la logica il consiglio è di far leva sui dati! È necessario fondare le proprie posizioni su prove solide, parlare di cose che si è certi siano vere al di là di ogni ragionevole dubbio e – questo è il difficile- fermarsi qui. Una volta interiorizzato questo metodo sarà necessario ampliare le proprie conoscenze, impegnandosi ad imparare dagli altri. La visione degli altri è per il leader una delle risorse più preziose, ma per potervi accedere deve essere pronto a mostrare che non ha le risposte pronte, cosa che spesso suscita resistenze nei leader. Tuttavia, per la maggior parte delle persone con falla sul versante logico, il problema non è la mancanza di rigore. Molte volte la logica viene percepita debole perché le idee non vengono comunicate in maniera efficace. Quando si vogliono esprimere pensieri complessi è necessario partire dall’affermazione centrale e non, come spesso accade, condurre gli ascoltatori lungo un percorso di narrazione ricco di svolte per arrivare al risultato finale.  Sarebbe consigliabile partire dal concetto principale e solo poi procedere alla costruzione di una base di prove a sostegno di esso. Anche se si venisse interrotti prima di concludere, almeno l’idea importante è stata comunicata!

 

Se le persone sentono di non avere accesso a una visione piena e completa di ciò che sapete, pensate e sentite, allora è probabile che la vostra leva debole della fiducia sia l’autenticità. Con questo viene fatto riferimento all’inautenticità elevata e strategica, e non a quei momenti di prudente autocensura, che talvolta non possono non esserci in un contesto lavorativo caratterizzato da pregiudizi o scarsa sicurezza psicologica. Negare il proprio sé, anche se talvolta può contribuire a risolvere i problemi sul breve periodo, crea una schermatura artificiale per la fiducia e di conseguenza per la capacità di essere leader. Se le persone infatti percepiscono che il proprio leader sta nascondendo la verità e non è del tutto autentico, sono meno disposte a essere vulnerabili nei sui confronti, come invece implica un rapporto di leadership.

 

Sono stati osservati da vicino i costi di questa inautenticità per la performance del team dalla composizione diversificata. Nei mercati attuali, la diversity può rappresentare una risorsa incredibile e le aziende che la sanno valorizzare spesso godono, rispetto alla concorrenza, di un forte vantaggio. Questo vantaggio però non è automatico, di fatti un gruppo così composto può avere prestazioni inferiori a quelle di un gruppo omogeneo, se le differenze tra i membri non vengono gestite in maniera attiva in un’ottica di inclusività. Questo è dovuto in parte al fenomeno noto come effetto delle informazioni comuni, secondo il quale, come esseri umani, tendiamo a concentrarci su ciò che abbiamo in comune con le altre persone, tendiamo a individuare e ribadire le conoscenze condivise che confermano il nostro valore e le nostre affinità al gruppo. I team diversificati hanno per definizione meno informazioni comuni immediatamente disponibili nel processo decisionale collettivo. Questo fenomeno tuttavia agisce solo se le persone mancano di autenticità. Quando invece mettono in gioco le parti di loro stesse che differiscono dagli altri, il loro sè unico, allora possono diventare portatrici di un vantaggio essenziale in quanto si amplia la quantità di informazioni di cui il gruppo dispone. Occorre quindi creare condizioni di fiducia che permettono ai membri del gruppo di esprimere la propria particolare prospettiva ed esperienza. Per raggiungere questo, bisogna porre meno attenzione a ciò che le persone vogliono sentirsi dire e più a quello che vi serve comunicare, tutto ciò prendendosi cura con la massima attenzione, delle persone diverse da noi, fiduciosi che la loro differenza è proprio ciò che potrebbe liberare il nostro potenziale e quello dell’organizzazione!

Queste sono solamente alcune delle possibili dritte per poter ottenere un buono stato di fiducia, ma non ignorate la cosa più importante: la strada per un empowerment leadership non inizia quando le persone hanno fiducia in voi, ma quando voi iniziate a fidarvi di voi stessi! Per essere un leader che trasmette davvero forza è necessario individuare i punti che rendono instabile non solo la relazione con gli altri ma anche quelle con sé stessi. Se non avete fiducia in voi stessi, perché dovrebbero averla gli altri?

 

Fonti:

  • Frences Frei; Anne Morris. Harward Business Review Italia. Giugno 2020