Se ci riferissimo ad un qualsiasi processo selettivo in ambito privato, sembrerebbe anacronistico parlare di una valutazione delle soft skills, perché (fortunatamente) si fa già da qualche decennio. Ma quando parliamo di Pubbliche Amministrazioni, inserire la valutazione delle competenze soft o trasversali nel consueto quadro delle prove concorsuali, appare quasi un atto di coraggioso avanguardismo.

Di fatto nonostante non fosse espressamente vietato e qualche volta quesiti di stampo “psico-attitudinale” venissero impiegati nei quiz di preselezione, le Pubbliche Amministrazioni hanno sempre preferito ricorrere a quesiti nozionistici, domande con una sola e assolutamente certa risposta e quindi una valutazione delle conoscenze che le mettesse al riparo da possibili ricorsi.

Spesso anche il colloquio orale, che dovrebbe essere il momento per eccellenza per saggiare la motivazione dei candidati e la loro attitudine a ricoprire uno specifico ruolo, diventava una sorta di replica in forma orale dei quesiti nozionistici effettuati nella prova scritta. Quindi proprio nelle PPAA, tempio indiscusso del “posto fisso”, dove i candidati che entrano tendono a rimanerci fino all’età pensionabile, l’ombra oscura dei possibili ricorsi faceva desistere dal valutare approfonditamente il candidato. Eppure proprio per questo perdurare del rapporto di lavoro, sarebbe quanto meno opportuno conoscere le persone valutandone aspetti quali: le conoscenze tecniche ed il background lavorativo, aspetti caratteriali, motivazione, ambizioni e tutto quel ventaglio di competenze trasversali che vanno dalle abilità relazionali, a quelle negoziali o alla flessibilità, senza tralasciare anche l’intelligenza emotiva.

Sappiamo che nel 2020 almeno due amministrazioni hanno fatto questa scelta di coraggio e di svolta rispetto alla consueta burocrazia concorsuale: uno è il Comune di Padova che (se non lo ha già fatto) si appresta a valutare in fase preselettiva 200 futuri dirigenti con un Assessment Center; il secondo esempio, è il Comune di Quarrata che ha inserito l’Assessment Center come prova di idoneità a fianco delle tradizionali prove scritte e orali. Del primo caso siamo venuti a conoscenza tramite una gara per lo svolgimento del servizio alla quale abbiamo partecipato, ahimè senza vincere. Più fortuna abbiamo avuto invece con il Comune di Quarrata dove, poco più di un mese fa, abbiamo partecipato come assessor nell’ambito della selezione per un tecnico informatico. Qualcuno potrà pensare che fosse la figura meno esaltante per una più approfondita valutazione delle soft skills. In realtà, sappiamo bene che non esistono profili professionali per i quali le soft skills non siano determinanti. Quindi se volessimo sintetizzare cosa fa un tecnico informatico: trova soluzioni e risolve problemi, ci deve assistere quando abbiamo difficoltà, spesso in situazioni di urgenza, deve spiegare anche ai non nativi digitali più o meno complesse operazioni informatiche, dovrebbe contribuire all’introduzione di cambiamenti tecnologici innovativi per l’Azienda. Potremmo forse asserire che per essere un bravo tecnico occorra avere solo delle buone conoscenze specifiche? insomma, veramente si può pensare che le soft skills siano un elemento trascurabile?

Solo in questo banalissimo esempio abbiamo appena fatto riferimento ad almeno cinque competenze soft: capacità di analisi e problem solving, capacità relazionali, tolleranza allo stress, flessibilità, apertura all’innovazione, etc. Tutte competenze che, a parità di abilità e conoscenze tecniche, differenziano un buon tecnico-informatico da uno appena mediocre.

La verità, infatti è che in ambito pubblico, le soft skills potrebbe invertire l’ordine dei candidati in una graduatoria. Le prove ad oggi in uso non garantiscono di fatto di selezionare ottimi o buoni profili, ma al massimo consentono di far emergere persone con una buona preparazione tecnico-teorica. Queste selezioni hanno il vizio di precludersi l’eccellenza che spesso ha poco a che fare con il solo ambito delle conoscenze.

Siamo pertanto fiduciosi che l’aria stia cambiando e che possa avvenire una rivoluzione in ambito pubblico.

Al Comune di Quarrata abbiamo percepito e toccato con mano il vantaggio della metodologia dell’assessment center applicata ad un concorso. E soprattutto lo ha recepito la nostra Committenza.

Al Comune di Padova non sappiamo, visto che ci lavorerà un nostro competitor, ma siamo contenti in ogni caso per il semplice fatto che una PA abbia avuto il coraggio di portare avanti una rivoluzione.